Dopo tanti anni, sono ancora molto affezionato a questa casa. Forse uno dei pochi progetti che non modificherei, forse uno dei pochi che rifarei così come è venuto. Oggi continua a sembrarmi in linea con quanto mi ero prefisso, rinnovare la tradizione tipologica dell’architettura storica di base della mia terra toscana e fare qualcosa di inedito su suggerimento della storia locale stessa. Allora fu pubblicata su numerose riviste, a quel tempo ero un giovane architetto e mi piaceva pubblicare i progetti sulle riviste; come tutti gli architetti davo ampia libertà al mio “ego”. Ora invece non rincorro la visibilità, preferendo di gran lunga il silenzio operoso della provincia. Perché in provincia, si sa, oltre che pensare c’è anche molto da fare. Ho sempre perso poco tempo nel descrivere l’architettura, pensando allora (e tuttora) che l’architettura non abbia bisogno che di poche parole, tutto il resto è superfluo. Così mi limitavo a poche righe, come queste: “….nella casa Bifronte una parete centrale funge da pannello scenografico sul quale si addossano le case su entrambi i fronti, la cui logica è derivata dai fronti delle vie urbane medievali con diverse quote di gronda. Se percorrete l’antica via Cassia dalla Valdorcia a Siena, troverete molti piccoli borghi lineari con case allineate lungo la strada. Da queste strisce di case nasce il motivo ispiratore del progetto. Così la casa si propone, attraverso le sue facciate, come un’allusione o un’allegoria rievocativa di questi fronti stradali: le case a schiera si trasformano in stanze a schiera, ognuna con una propria e differente quota di gronda. In questa casa non c’è un fronte principale ed uno retrostante, qui le due facciate si equivalgono pur essendo diverse….”
Mauro Andreini. VILLA RURALE, Montalcino