A quel tempo la costruzione in mattoni a vista era molto in voga. Grandi opere in mattone, nazionali ed internazionali, riempivano libri e riviste di architettura, cosicché per spirito di emulazione, in molti aggiunsero nel loro pedigree almeno un edificio in mattoni. E così feci anch’io. Fino ad allora avevo sempre costruito edifici in parte in mattoni, in parte in pietra, in parte intonacati o solo intonacati e poi non ho mai amato molto gli edifici monocromatici. Certo, il mattone è senz’altro un materiale nobile che mette in risalto la forma con le sue trame ombreggiate, ma ho sempre preferito confrontarmi con i materiali più poveri, più disadorni. Comunque, volente o nolente, era giunta l’ora ed il posto giusto per confrontarmi con una costruzione tutta in mattoni a vista. Rimarrà la prima e la penultima (l’ultima un edificio residenziale a Siena nel 2000), dopodiché la mia definitiva conversione all’intonaco, come un patto di sangue, e alla vivace e forse allegra architettura multicolore. Come sapete non ho mai cercato di inventare niente di nuovo e infatti tutti i progetti che ho costruito sono stati ispirati dall’esistente, dalla storia, che poi ho trasformato e qualche volta trasfigurato in modo più moderno. C’è sempre un pezzo di storia che mi suggerisce qualcosa da rinnovare o reinterpretare, qui ho chiamato in mio soccorso la Capanna, la Loggia e le Torri, unite a formare l’insieme della casa pur mantenendo ognuna la propria autonomia formale ed estetica e diversità cromatica, ognuna con un proprio tipo di mattone. Da qui il nome CASA TRILOGIA, come un’opera lirica divisa in tre atti non consequenziali ma autonomi. Rammento le belle parole che Vittorio Savi usava per questa casa e quando capitava occasione la citava con indimenticabili, per me, gratificazioni, a cui seguirono poi diverse pubblicazioni. A quel tempo ero ancora un “giovane” architetto e quindi non disdegnavo di coltivare la mia “vanità”.
Mauro Andreini. VILLA BIFAMILIARE, Buonconvento