L’idea originaria è partita da un acquerello che avevo fatto qualche anno fa. Una carcassa di edificio sul quale si innesta un altro edificio. Un disegno che associo ad alcune forme di vita animale, come il paguro e l’attinia. Convivenza e simbiosi di due animali diversi. E’ un tema, quello dell’architettura racchiusa o nascosta, a cui giro intorno da anni e che in questa occasione mi è venuto in soccorso. Di solito faccio molti disegni durante tutto il percorso di avvicinamento all’idea finale che attraverso un’operazione di scrematura, sottrazione e riduzione all’essenziale mi conduce alla soluzione definitiva. Così ho iniziato a vedere quest’idea di architettura a due pezzi, un guscio ed una capanna seminascosta, due figure semplici e complementari. Nient’altro che una compresenza simbiotica di due parti diverse, unite e divise al contempo dal portico della nicchia. Qualcosa che avvolge e protegge parzialmente qualcos’altro, come la casa dentro la casa. Dopo vari anni di mestiere, di pensieri e di applicazioni pratiche di quest’ultimi, si convive col rischio di adagiarsi sulle cose fatte, di autocompiacersi del passato e di ripetersi. Invece, nonostante che un filo conduttore sembra dare continuità ai vari periodi attraversati, ecco come necessità inderogabile la ricerca di nuovi ragionamenti. Ho revisionato parte delle mie convinzioni aggiungendone di nuove. Insomma, con questa costruzione, insieme ad altri progetti recenti è appena iniziata una mia nuova storia.
Mauro Andreini. CENTRO SVSC, Siena